Occhi nella foresta: come le fototrappole stanno rivoluzionando la citizen science

Un clic silenzioso nel cuore della natura
Fototrappole e scienza partecipata: C’è un battito che sfugge all’occhio umano, ma non all’obiettivo di una fototrappola. È quello della fauna selvatica, immortalata nel silenzio dei boschi, dove ogni immagine diventa scienza e ogni cittadino può diventare parte della scoperta.
In Trentino, e più precisamente in Val di Fiemme, il confine tra ricerca scientifica e vita quotidiana si dissolve grazie a un progetto che coinvolge cittadine e cittadini in prima persona. Parliamo di fototrappole, strumenti discreti ma potentissimi che stanno trasformando la citizen science in qualcosa di concreto, tangibile e profondamente coinvolgente.
L’alleanza tra comunità e biodiversità
Fototrappole e partecipazione attiva
Nel Parco naturale della Val di Fiemme, le fototrappole non sono più appannaggio esclusivo di scienziate e ricercatori: oggi, chiunque può contribuire. Volontarie e volontari posizionano questi dispositivi in punti strategici per documentare la vita segreta di cervi, volpi, tassi e lupi. È un’attività che unisce osservazione e consapevolezza, capace di avvicinare le persone alla natura con uno sguardo più attento e rispettoso.
Ogni scatto racconta una storia. Una madre orsa che guida i suoi cuccioli tra gli abeti, un capriolo che attraversa il sentiero all’alba, un branco di cervi in fuga sotto la luna. Ma non sono solo emozioni: sono dati preziosi, raccolti sistematicamente e analizzati per studiare le abitudini, gli spostamenti e i comportamenti della fauna locale.
Il MUSE e il mese della citizen science
Science addicted: la ricerca incontra la passione
A raccontare l’impatto di queste attività è il video “Science addicted”, un breve documentario che dà voce al Gruppo volontari e volontarie della Ricerca del MUSE. Un’ode al valore del tempo speso per la conoscenza, tra boschi, torce e taccuini. È il primo atto del Mese della citizen science, una celebrazione internazionale che dal 1 al 30 aprile invita a realizzare 1 milione di atti di scienza.
Un obiettivo ambizioso, ma non impossibile, promosso dalla piattaforma americana SciStarter e sbarcato anche in Europa grazie alla collaborazione con ECSA, l’Associazione Europea di Citizen Science.
Il MUSE partecipa con entusiasmo, lanciando iniziative che spaziano dal monitoraggio degli impollinatori del progetto ACT4BEES, alla City Nature Challenge che si svolgerà dal 25 al 28 aprile, fino al Convegno Italiano di Citizen Science. Occasioni preziose per esplorare, apprendere, contribuire.
Sotto la lente della scienza: fauna e foreste
Gli “occhi tecnologici” delle Dolomiti
L’esperienza trentina è parte di un movimento più ampio. Marco Salvatori, esperto di interazioni tra umani e animali selvatici, ha osservato come nelle Dolomiti di Brenta le fototrappole abbiano registrato un cambiamento importante: molti animali diventano più notturni. Una risposta silenziosa ma eloquente alla crescente presenza umana nei loro habitat.
Le fototrappole non servono solo a “vedere”. Sono strumenti che permettono di analizzare tendenze, anticipare conflitti, gestire il delicato equilibrio tra turismo, conservazione e convivenza.
L’innovazione al servizio della biodiversità
Intelligenza artificiale, suoni e luce
La frontiera tecnologica avanza. Nuove soluzioni stanno emergendo in campi come la bioacustica, dove l’intelligenza artificiale impara a riconoscere le specie dal suono. E nel mondo vegetale, si parla di fluorescenza delle piante come indicatore del loro stato di salute, una sorta di “frequenza cardiaca” verde da monitorare in tempo reale.
Il progetto Remo Trees, sviluppato dalla FEM (Fondazione Edmund Mach), mira proprio a questo: rilevare variazioni vitali negli ecosistemi attraverso sensori di nuova generazione.
In questa rete di dati, le fototrappole sono il tassello visivo. Ma la visione si fa sempre più integrata: immagini, suoni, coordinate GPS, dati climatici. Tutto converge in un mosaico di conoscenza che può guidare le scelte future.
Verso nuovi orizzonti
Il convegno nazionale e il futuro della citizen science
Dal 9 al 12 aprile 2025, Bologna ha ospitato il secondo Convegno Nazionale di Citizen Science, promosso dal National Biodiversity Future Center. Non sarà un evento accademico tradizionale, ma un momento di dialogo aperto tra scienza e società. L’ultimo giorno, il Citizen Science Day, ha invitato la cittadinanza a vivere la scienza in prima persona, con attività indoor e outdoor nel cuore della città.
Il tema? “Nuovi orizzonti”. Perché la citizen science, in Italia come altrove, non è più una semplice curiosità. È una forza viva, capace di generare cambiamenti reali, informare le politiche pubbliche e costruire comunità più consapevoli.
Chi lo dice che la scienza è solo per gli scienziati? Una fototrappola posizionata con cura, un appunto su un taccuino, un’immagine condivisa: sono gesti semplici, ma pieni di significato. Racchiudono curiosità, rispetto e il desiderio di capire meglio il mondo che ci ospita.
Partecipare è facile. Basta guardare un po’ più da vicino, farsi domande, lasciarsi sorprendere. Perché in fondo, essere “science addicted” non significa sapere tutto. Significa non smettere mai di voler imparare.
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