L'escursionismo: un killer silenzioso per la fauna selvatica
Negli ultimi anni, l'escursionismo e le attività all'aria aperta sono diventate sempre più popolari, alimentando una passione collettiva per la natura e il desiderio di esplorare luoghi incontaminati. Tuttavia, pochi si rendono conto che queste stesse attività possono avere effetti devastanti sull'ambiente naturale e sulla fauna che lo abita. Un recente studio condotto dal Bridger-Teton National Forest, nel Wyoming, ha evidenziato come le intrusioni umane, tra cui escursioni, mountain bike e altre pratiche, stanno creando un impatto negativo sul comportamento degli animali, costringendoli a cambiare abitudini fondamentali per la loro sopravvivenza . In questo articolo esploreremo i rischi derivanti da queste attività e l'importanza di un turismo sostenibile che rispetti l'equilibrio dell'ecosistema.

Gli effetti delle attività ricreative sulla fauna selvatica
Le attività ricreative all'aperto, sebbene apparentemente innocue, hanno conseguenze tangibili per gli animali selvatici. L'escursionismo, la mountain bike e altre forme di turismo outdoor stanno alterando gli habitat naturali, inducendo comportamenti di fuga e stress tra le specie locali. Secondo lo studio condotto dagli ecologisti del Bridger-Teton National Forest, l'introduzione di rumori artificiali, come il parlare ad alta voce degli escursionisti o il rombo delle biciclette, disturba notevolmente la fauna selvatica. Gli animali tendono ad allontanarsi rapidamente da queste fonti di disturbo, mentre mostrano indifferenza ai rumori naturali come il fruscio degli alberi o il mormorio del vento.

I wapiti: una specie particolarmente sensibile
Tra le specie più vulnerabili a queste intrusioni c'è il wapiti, una grande specie di cervo che vive nelle foreste del Nord America. Questo animale, noto per la sua maestosità e per la sua sensibilità ai cambiamenti ambientali, ha mostrato una reazione di allontanamento immediato agli escursionisti e ai bikers che percorrono i sentieri nel suo habitat.
Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, i grandi carnivori come orsi e lupi sembrano meno influenzati dai rumori provocati dalle attività ricreative. Questo paradosso ha sollevato una questione interessante: le tecniche comunemente consigliate per evitare incontri pericolosi con questi predatori, come parlare a voce alta per farsi sentire, potrebbero in realtà risultare più dannose che utili.
L'importanza della pianificazione ecoturistica
Un tema centrale che emerge dallo studio è la necessità di una pianificazione ecoturistica che tiene conto degli impatti delle attività ricreative sulla fauna. L'ecologista Mark Ditmer, uno degli autori dello studio, ha sottolineato che la gestione delle aree naturali deve essere migliorata per ridurre il disturbo causato dalle attività umane. Una maggiore consapevolezza e regolamentazione delle pratiche di turismo outdoor potrebbe minimizzare i danni, permettendo agli esseri umani di godere della natura senza compromettere la vita degli animali.
Le buone pratiche ecoturistiche
Il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise ha recentemente pubblicato un opuscolo intitolato "Per passare in Natura inosservati", che fornisce linee guida per limitare l'impatto delle attività turistiche sugli ecosistemi. Questo opuscolo esamina le varie attività che possono causare danni alla fauna, tra cui l'escursionismo, l'osservazione degli animali, e l'uso di veicoli motorizzati come le motoslitte. La guida sottolinea che anche le pratiche considerate ecologiche, come l'ecoturismo, possono avere effetti devastanti se non vengono attuate correttamente. La chiave per un turismo sostenibile è ridurre al minimo l'impronta ecologica lasciata dalle attività umane, cercando di non alterare gli equilibri naturali.
L'escursionismo e l'inquinamento acustico
Una delle principali cause di disturbo per la fauna è l'inquinamento acustico, che interferisce con le abitudini di comunicazione e comportamento degli animali. Gli escursionisti, parlando ad alta voce o facendo rumore durante le escursioni, emettono suoni che sono percepiti come minacce dagli animali. Questi rumori costringono gli animali a modificare le loro abitudini alimentari, a fuggire dai loro territori e, in alcuni casi, a interrompere il ciclo riproduttivo. Un esempio di questa interruzione è l'osservazione dei nidi di aquile. Avvicinarsi a meno di un chilometro da un nido, per scattare foto o fare riprese video, può disturbare pesantemente gli animali, portandoli a fuggire e ad abbandonare la zona. Questo tipo di attività, se non regolata, può avere conseguenze a lungo termine per la conservazione delle specie.

La differenza tra l'escursionismo e la caccia
Un altro aspetto interessante riguarda il confronto tra escursionismo e caccia. Sebbene entrambe le attività possano disturbare la fauna, l'escursionismo sembra avere un impatto maggiore. La caccia, sebbene crei stress negli animali, è spesso messa in secondo piano rispetto ad altre attività più "ecologiche", ma, in realtà, ha un impatto minore rispetto ad attività come l'escursionismo o l'osservazione dei nidi. Il motivo risiede nel fatto che la caccia è generalmente condotta in zone più remote e con una certa consapevolezza del comportamento degli animali. Al contrario, l'escursionismo, che avviene spesso su sentieri popolari, è molto più invasivo per la fauna locale.
Attività ricreative fuori dai sentieri battuti
Le attività che si svolgono al di fuori dei sentieri tracciati, come lo sci-alpinismo o l'uso di motoslitte, stanno diventando sempre più popolari. Tuttavia, queste pratiche hanno un impatto devastante sugli habitat naturali. Le aree innevate, che sono essenziali per la sopravvivenza di molte specie durante l'inverno, sono sempre più frequentate da turisti e sportivi che causano disturbo. L'uso di racchette da neve, che sembra innocuo, può disturbare gli animali che devono conservare le loro energie per affrontare le rigide temperature invernali.
La mountain bike e il suo impatto sui boschi
La mountain bike è un altro esempio di attività ricreativa che sta avendo un impatto negativo sugli ecosistemi naturali. Le biciclette da montagna, che sfrecciano a grande velocità tra i boschi, stanno invadendo aree che dovrebbero essere riservate solo agli escursionisti a piedi. Il rumore e la velocità delle biciclette disturbano la fauna locale, costringendo gli animali a fuggire o spostarsi in zone meno sicure.
La crescente popolarità delle attività all'aperto, se non regolamentata, sta minacciando pesantemente la fauna selvatica e gli ecosistemi naturali. È fondamentale che il turismo e le attività ricreative all'aperto siano pianificate in modo più attento, per ridurre l'inquinamento acustico e altre forme di disturbo. Le linee guida come quelle fornite dal Parco Nazionale d'Abruzzo sono un passo importante verso un ecoturismo più consapevole e rispettoso. Tuttavia, è necessaria una maggiore consapevolezza da parte degli appassionati di escursionismo, mountain bike e altre attività all'aria aperta per garantire che la bellezza naturale del nostro pianeta possa essere preservata per le generazioni future
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